LA DINING ROOM
LA DINING ROOM DI CASA CUSENI È OGGI L’UNICA TESTIMONIANZA ESISTENTE AL MONDO DI UN INTERIOR TUTTO PROGETTATO DA SIR FRANK BRANGWYN RA RWS PRBA HRSA (BRUGES 1867–1956).
Concepita come un’opera d’arte totale, Robert Hawthorn Kitson, fine acquarellista e primo proprietario della Casa, commissionò quest’opera a Sir Frank Brangwyn nel 1902, il quale, da subito, curò la progettazione dei mobili realizzati da abili ebanisti locali nel miglior spirito delle arti decorative applicate (arts and crafts movements britannico).
Frank Brangwyn La Dining Room di Casa Cuseni
“Le sedie, molto eleganti, hanno lo schienale tripartito con dolci elementi curvi e verticali simili ai disegni di Charles Rennie Mackintosh. La piccola credenza, meno goliardica rispetto alle sedie, è una versione rivisitata e aggiornata di un modulo di Sheraton/Hepplewhite con intarsio a scacchi Arts and Crafts. Il tavolo da pranzo, rotondo, tipico dello stile medioevale, pesante ma delicato, di Philip Webb (Morris e co.). Lo stile della sala non può essere ricondotta ai mobili e alle decorazione del tardo Settecento inglese. La tipologia medievale di Morris/Webb è chiaramente rivelata dalla presenza di pioli di legno e dell’intarsio a scacchiera, tipico del fine artigianato dell’Arts and Crafts Movement, ricordando Gimson, il Barnsleys, le scuole di Cotswold e l’Art Nouveau nei grigio-azzurri e nelle linee curve e morbide delle figure dei murales. Gli elementi rettilinei riportano alla mente le griglie di Josef Hoffmann. Questa vasta gamma di repertori non sorprende visti gli stretti rapporti di Frank Brangwyn con gli esponenti delle altre correnti artistiche. La sala da pranzo di Casa Cuseni è un memoriale per comprendere l’interior design di Frank Brangwyn. Questa camera è una sintesi tra la moderazione, la semplicità del design del XX secolo, il calore del legno, e le capacità artigianali tipiche della tradizione dell’Arts and Crafts con la vivacità sommessa dell’Art Nouveau, tutti meravigliosamente riunite in una concezione altamente personale, dove la cifra stilistica non deve alterare la funzione prevista per la camera”.